Domeniche d’agosto. Sapore di mare, sabbia calda e malinconia leggera

Un tuffo nelle domeniche d’agosto, tra silenzi sospesi, partenze al rallentatore e nostalgia salmastra. Un racconto che profuma di estate vera, quella che resta addosso come il sale sulla pelle.

C’è qualcosa di cinematografico nelle domeniche d’agosto. L’aria ferma, il silenzio irreale delle città che sembrano essersi messe in pausa, le serrande abbassate, le biciclette ferme nei cortili, come in attesa di qualcuno che non scende. Tutto ha il sapore di una pellicola anni ’80, di quelle in cui il mare è sempre a pochi passi, e la colonna sonora è un juke-box che suona "Stessa spiaggia, stesso mare".

Fa caldo, sì. Quella calura lenta che ti incolla la pelle alla sedia e i pensieri alle tende mosse dal ventilatore. In frigo solo ghiaccioli e nostalgia. Si cammina scalzi, con i sandali lasciati vicino alla porta e le valigie aperte come promesse ancora da mantenere. L’aria è sospesa, come il tempo tra due onde.

Ma anche in questa quiete sudata, qualcosa si muove. È il pensiero del viaggio, del mare che aspetta, dei teli da bagno con ancora l’odore di crema solare e sabbia. Le partenze d’agosto hanno lo charme dei riti di fine stagione: sveglie troppo presto, borse gonfie, playlist da cantare a squarciagola con i finestrini abbassati e il cuore che batte un po’ più forte, come se avesse già capito che là — proprio là — c’è qualcosa da vivere.

E mentre la macchina scivola lungo strade assolate, tra pini marittimi e distributori di benzina che sembrano miraggi, tutto prende un colore diverso. Il cielo è più grande, il sole più indulgente, e ogni chilometro è un piccolo addio alla vita di sempre.

Poi finalmente arriva il mare. Lo senti prima ancora di vederlo: nell’aria salmastra, nelle cabine in legno, nei giochi dei bambini che sanno già di fine vacanza anche se è appena iniziata. Si ride, si scherza, si prende il sole con quella leggerezza che dura solo un paio di settimane l’anno. E magari si incontra anche uno sguardo nuovo, di quelli che fanno arrossire anche con l’abbronzatura.

Le domeniche d’agosto sono così: lente, salate, un po’ malinconiche ma bellissime. Hanno il sapore delle estati passate e la voglia delle prossime. Un limbo perfetto tra quel che è stato e quel che potrebbe essere.

E sotto il sole cocente, con la pelle che sa di sale e i pensieri che si sciolgono come granite alla fragola, l’unica cosa certa è questa: anche quest’anno, l’estate è arrivata. E ha portato con sé il suo sapore di mare.

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