C’è un momento dell’anno in cui i social sembrano trasformarsi in un grande magazzino scintillante, scatole di velluto, fiocchi perfetti, “i regali più belli di sempre”, proposti con quel tono da se-non-lo-compri-adesso-non-sarai-mai-felice.
E noi, lì, a scorrere, convinti per un attimo che la magia del Natale passi per forza da un link in bio.
Ma la verità, quella semplice e un po’ saggia che si nasconde tra una tazza di tè caldo e una sera d’inverno, è che i regali più belli non hanno bisogno di marketing.
E nemmeno di filtri.
Il regalo vero, quello che resta, è quello che ha un’anima.
È quel libro con la dedica che leggerai tra dieci anni e ti farà ancora sorridere.
È la sciarpa scelta “perché questo colore sei tu”.
È un profumo che profuma di ricordi, non solo di note olfattive.
È un oggetto piccolo, ma pensato, che ha la delicatezza di dire ti ho visto, davvero.
I regali più belli non sono quelli che brillano, ma quelli che parlano.
Parlano di chi li fa, di chi li riceve, e di quel legame sottile che fa da nastro invisibile tra una persona e l’altra.
Non hanno scadenza perché non dipendono dalla moda del momento, vivono di valore, non di viralità.
In fondo, il Natale non è mai stato una questione di pacchetti perfetti.
È una questione di ricordi.
E i ricordi non vanno in saldo, non vanno in trend, non passano di stagione.
Quello sì, è il vero regalo.
Quello che resta.
Quello che vale.