Ci sono estati che restano impigliate nella pelle come la sabbia tra le dita.
Quelle in cui bastavano un telo, un’amica con le guance salate e una borsa di paglia piena di sogni per sentirsi felici davvero.
Le vacanze al mare non erano solo vacanze: erano una specie di rituale.
Le giornate iniziavano sempre uguali, con il profumo della crema solare e la sabbia ancora fresca, ma finivano sempre diverse. Perché bastava poco: un nuovo gioco, una frase detta ridendo troppo forte, una conchiglia perfetta trovata per caso.
E poi c’erano gli amici della spiaggia, quelli che conoscevi da tre giorni ma sembravano fratelli di sabbia da una vita. I compagni di racchettoni, di castelli improbabili, di promesse da mantenere “anche quando torniamo in città”.
Ogni estate aveva il suo piccolo clan.
I pomeriggi avevano il gusto degli stecchi alla panna e delle granite all’amarena, dei piedi bruciati sul cemento del bar e delle file al chiosco sotto il sole. Ma il vero lusso era quando la mamma tirava fuori dalla borsa quel sacchetto di stoffa un po’ sgualcito e da dentro — come una magia — usciva il pane con la marmellata.
Non un panino gourmet, eh. Pane vero, croccante, e marmellata fatta in casa. Di albicocche, se era andata bene. Di fichi, se eri fortunata.
A guardarle ora, erano merende regali.
Perché non c’era nulla di più prezioso del poter mordere, a morsi larghi, una fetta di infanzia.
La sera arrivava piano, con l’odore del doposole e dei panni stesi al vento. Si tornava a casa con le spalle arrossate, i capelli annodati dal sale e quella sensazione un po’ malinconica e felice che solo il mare, con la sua promessa di eterno ritorno, sa regalarti.
Ecco, le vacanze al mare sono questo, una risata di sabbia, un gelato appiccicoso sulle mani, un morso a quel pane dolce,
e la certezza che la felicità, a volte, sa di poco… ma resta per sempre.